Il costo biologico della ricostruzione mammaria.
Qual è il valore che la paziente dà al suo pettorale?
08.06.2017
Le tecniche tradizionalmente utilizzate per la ricostruzione del seno con protesi mammaria prevedono il posizionamento dell’impianto al di sotto del muscolo gran pettorale, per evitare il contatto diretto del silicone con i tessuti del sottocute e quindi una reazione da corpo estraneo. Il distacco del muscolo, necessario per inserire la protesi, determina però forti dolori, specialmente nei primi mesi dopo l'intervento.
Con l'introduzione sul mercato delle matrici dermiche acellulari (ADM) la tecnica chirurgica si è evoluta: è oggi possibile avvolgere interamente la protesi in silicone con una "morbida stoffa" collagenica che isola il silicone dall’organismo. Una matrice dermica in particolare (Braxon® - DECOmed, Italia), di derivazione suina e presagomata, è l’unica commercialmente disponibile ad oggi che consente la ricostruzione immediata senza necessità di procedere allo scollamento del muscolo gran pettorale. L’impianto così avvolto dalla matrice viene inserito direttamente sotto la cute, sede naturale della ghiandola mammaria. Grazie a tale procedura il muscolo gran pettorale non viene interessato chirurgicamente e, soprattutto, non ha più necessità di essere scollato.
La tecnica descritta è una chirurgia meno invasiva che offre alla paziente un recupero postoperatorio più rapido e meno doloroso, senza la necessità di ricorrere a sedute di fisioterapia e limitando l’uso di farmaci antidolorifici. Ciò determina anche un impatto economicamente positivo sulla spesa a carico del SSN nei casi di ricostruzione mammaria post-oncologica.