Volume 10, n.1 (2024): 3-31
In questo numero
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L’Original Article di Barbieri et al. analizza l’impatto sul budget, sia a livello nazionale che a livello regionale e provinciale, di un progressivo switch da Dibase (colecalferolo in soluzione orale) a Ditralia (capsule softgel o film orodispersibili) per il trattamento di soggetti con ipovitaminosi D.
L’ultima revisione della nota 96 di AIFA ha ridefinito alcuni criteri di ammissione alla rimborsabilità per la prevenzione e il trattamento della carenza di vitamina D nell'adulto. La nota si applica al colecalciferolo che nella classe farmacologica “Vitamina D ed analoghi” presenta il maggior numero di forme farmaceutiche, è di gran lunga la molecola più studiata ed ha le più ampie indicazioni.
E’ stata condotta un’analisi di impatto sul budget (finanziaria) per comparare due scenari: uno scenario nel quale tutta la popolazione assume solo Dibase per tre anni e uno scenario con Ditralia che sostituisce progressivamente Dibase per il 20% nel primo anno (2024), 50% nel secondo anno (2025), fino ad una totale sostituzione nell’anno 2026.
I risultati dello studio mostrano come uno switch del 20% da Dibase a Ditralia nell’anno 2024 porterebbe ad un risparmio per il SSN di 7 milioni di euro, uno switch del 50% ad un risparmio di circa 15,7 milioni di euro nel 2025 e uno switch del 100% ad un risparmio di 29,4 milioni di euro nel 2026, per un totale di 52,2 milioni di euro risparmiati nell’arco dei tre anni considerati. Il modello utilizzato consente di fornire un messaggio utile ai decisori pubblici poiché si basa su dati reali di consumo e stima il potenziale impatto nel prossimo triennio nell’ottica delle restrizioni imposte in termini di rimborsabilità.
Inoltre, propone un’analisi nazionale, regionale e provinciale, stimando l’impatto per ciascuna microarea.
Si può concludere che lo switch da Dibase a Ditralia porterebbe ad un risparmio certo per il SSN, l’entità del quale dipenderà dal grado di sostituzione assunto.
L’Original article di Cecoli et al. illustra l’esperienza condotta dalla struttura complessa di Diabetologia e Malattie Metaboliche, ASL3, nello screening di pazienti diabetici nell’area metropolitana di Genova. Lo screening è stato effettuato con ecografica dotata di modulo sheare wave per l’effettuazione dell’elastometria epatica. I pazienti nei quali veniva riscontrato uno stadio di fibrosi venivano posti in trattamento, salvo controindicazioni cliniche, con pioglitazone, GLP-1RA e SGLT2i, anche in terapia combinata. Dei 7.540 pazienti sottoposti a screening di elastometria epatica, 1.160 sono stati sottoposti ad una seconda valutazione a distanza di circa 6-12 mesi dalla prima. Alla prima valutazione il 37,6% dei pazienti presentava assenza di fibrosi epatica, il 50,4% era allo stadio F2, il 10,1% allo stadio F3 e il 1,9% allo stadio F4. Alla valutazione successiva sono state individuate differenze statisticamente significative (p<0,0001) nella distribuzione del grado di fibrosi: il 70,2% dei pazienti presentava assenza di fibrosi (F0/F1), il 23,8% era allo stadio F2, 2,5% allo stadio F3 e 3,5% allo stadio F4. Nella popolazione studiata il miglioramento del grado di fibrosi sembrava essere indipendente dal compenso metabolico ed era verosimilmente da ricercarsi negli effetti della terapia farmacologica. È stato, infatti, osservato un incremento statisticamente significativo del numero dei pazienti in terapia con SGLT2i, GLP-1RA e terapia combinata delle due classi farmaceutiche. In particolare, l’uso combinato delle due classi farmaceutiche sembrava portare ad un effetto additivo benefico sulla MASLD, tuttavia sono necessari ulteriori studi per confermare questi risultati e determinare la strategia terapeutica più efficace. In conclusione, l’elastometria epatica è risultata cost-effectiveness non solo nello screening della MASLD, ma anche nel monitoraggio del paziente: la rivalutazione regolare, infatti, è essenziale per stimare la progressione della malattia e prevenire le complicanze, offrendo una rilevazione non invasiva e precisa della fibrosi epatica e supportando decisioni cliniche basate sull’andamento dell’epatopatia metabolica.
Il Method di Rebora et al. valuta l’outcome metabolico in un gruppo di pazienti con diabete mellito tipo 1, attraverso il confronto dei dati di compenso glicemico prima e dopo un periodo di osservazione con telemonitoraggio associato a teleconsulto. Parallelamente, sono stati analizzati i dati relativi al compenso glicemico di un gruppo di pazienti con diabete mellito tipo 2 insulinodipendente, ricoverati in alcune RSA dell’area metropolitana genovese, anch’essi sottoposti a verifica prima e dopo telemonitoraggio. I pazienti
utilizzavano sensori per il monitoraggio glicemico continuo o on demand. Questi dispositivi rilevavano la glicemia interstiziale senza necessità di calibrazione e trasmettevano i dati in tempo reale ad una piattaforma cloud. L’accesso alla piattaforma era garantito sia ai pazienti che al team diabetologico che, attraverso l’analisi remota dei dati, poteva intervenire con messaggi, chiamate e/o videochiamate, per adeguamenti terapeutici o consigli educativi in risposta ad eventuali anomalie rilevate. Il device di lettura dei dati glicemici, inoltre, era dotato di allarmi personalizzabili ed avvisava il paziente in caso di ipoglicemia o iperglicemia per un miglior controllo glicemico giornaliero. I risultati hanno evidenziato benefici significativi in entrambe le popolazioni. Per i pazienti con T1DM, il telemonitoraggio ha permesso un controllo glicemico più accurato e tempestivo, riducendo la frequenza di visite ambulatoriali e migliorando l’autonomia nella gestione della patologia. Questo ha portato a un miglioramento sostanziale degli outcome glicemici e a una maggiore qualità di vita. Nel contesto delle RSA per anziani, il telemonitoraggio si è rivelato uno strumento cruciale per ottimizzare la terapia insulinica, riducendo gli episodi di ipo e iperglicemia. Tutto ciò minimizzando la quantità di tempo impiegato dagli operatori sanitari per ottenere tale ottimizzazione della terapia, consentendo pertanto la messa in atto di economie di scala quanto mai utili in un periodo come questo, caratterizzato da carenza di personale e di fondi sanitari.
SOMMARIO
Original Articles
Original Articles
Francesca Cecoli, Eleonora Monti, Alberto Rebora, Gianni Testino, Luigi Carlo Bottaro, Enrico Torre
Methods
Alberto Rebora, Eleonora Monti, Francesca Cecoli, Davide Gonella, Gianni Testino, Luigi Carlo Bottaro, Enrico Torre